Caparini: "BIM, Comunità Montana e i tanti enti creati negli anni come "postifici" devono essere chiusi"
Il referendum del 4 dicembre scorso ha dato una scossa alla politica italiana. Lei come ha vissuto questo voto, come vede ora la situazione politica italiana, soprattutto qual è secondo lei il segnale che questo voto ha lasciato.
È stato un vero e proprio movimento di popolo che è andato ben oltre gli schieramenti e, sopratutto, ha formato un blocco sociale impermeabile alle pressioni mediatiche di giornalisti, intellettuali, opinion makers ancora una volta apertamente schierati a favore della grande finanza, globalizzazione e status quo.
Cosa succederà ora. Secondo lei quali sono ora le mosse da fare, tenuto conto del grave momento di crisi che il nostro Paese, ma non solo, sta attraversando.
Una classe politica seria avrebbe preso atto del risultato referendario ed in pochi mesi avrebbe potuto fare: 1) una legge che consentisse agli elettori di scegliere il Presidente del Consiglio impedendo i cambi di partito una volta eletti, 2) equiparare lo stipendio dei parlamentari a quello dei sindaci delle grandi città e abolire i vitalizi. Vogliamo votare prima possibile ed invece ci hanno propinato l’ennesimo governo abusivo.
Cosa pensa del passato governo Renzi.
Il governo Renzi è frutto di una trama di palazzo ed aveva una scarsa cifra politica nei suoi componenti. Alfano e la sua indigesta cricca erano nel Governo per portare i voti alla maggioranza in cambio di posti, non perché capaci. Quando Renzi ha scelto come padri costituenti Verdini e Boschi ha scritto la sua ingloriosa fine. Così come fece Berlusconi preferendo alle urne l'appoggio dei transfughi Razzi e Scilipoti dopo il tradimento di Fini. Gli esecutivi sono fatti da donne ed uomini: fondano i loro destini sulle loro qualità, o miserie.
E Gentiloni come sta lavorando?
A lui spetta il compito di tirare a campare. E non per la vulgata dei vitalizi che scattano a settembre, quella è un cazzata. Gentiloni deve consolidare l'asse con Berlusconi al fine di creare le condizioni per il governo delle larghe intese dopo le elezioni del 2018. E’ facile prevedere che ci troveremo l’ennesimo Presidente del Consiglio non eletto dai cittadini ma indicato dai partiti. La decisone della Consulta sull'italicum e il ruolo chiave svolto da Amato lo confermano. Gentiloni ha inoltre il ruolo di fare passare il tempo, nemico dei cinque stelle sulla graticola per Roma e di Salvini impantanato in un centrodestra senza identità ed ostaggio degli interessi di parte del Cavaliere.
Per venire alla politica locale, come sta la Valle Camonica? Come lavorano secondo lei le forze politiche sul territorio, come lavorano gli enti locali, provincia, BIM e Comunità Montana.
Ho sempre sostenuto che BIM, Comunità Montana e i tanti enti creati negli anni come “postifici” devono essere chiusi perché sono solo centri di costo e spreco. Le risorse devono andare direttamente ai cittadini, al sistema produttivo o ai comuni che erogano i servizi. Sono finiti i tempi dell'intermediazione della politica, quella è roba da cassa del Mezzogiorno e da prima Repubblica. Se poi la Comunità Montana di Valle invece di pensare ai camuni si occupa dell'accoglienza ai clandestini...
Quali sono la criticità del nostro territorio oggi.
Lavoro, manca lavoro. Lo sviluppo passa dalla cultura, dalla formazione. Sento riproporre le stesse ricette già vecchie venti anni fa. Lo sviluppo, i posti di lavoro, non vengono li creano gli artigiani, gli imprenditori, i commercianti non certo i politici o le amministrazioni. A questi ultimi spetta il compito di fornire i migliori servizi, costare il meno possibile e di creare le condizioni affinché chi lavora lo possa fare nel miglior modo possibile.
Cosa servirebbe per sbloccarle.
Bisogna proseguire nel programma di infrastrutturazione della Valle, sia dal punto di vista dei trasporti che tecnologico. E’ fondamentale puntare sulla formazione e rendere il nostro territorio attrattivo. Noi abbiamo la risorsa più importante di tutte: i camuni universalmente riconosciuti come persone serie, affidabili e grandi lavoratori. Il nostro successo sarà determinato dalla capacità di riuscire a fare restare in camunia i nostri giovani, i neo laureati. Tutte le risorse pubbliche devono essere messe a disposizione del sistema produttivo con una incentivazione diretta, senza che i politici si mettano di mezzo.
Tre appuntamenti elettorali, a primavera in Valle, il più importante certamente Darfo che per la prima volta va al voto con il doppio turno. Poi ci sono i comuni di Malonno e Paspardo. Cominciano a delinearsi gli scenari. Sue previsioni su Darfo.
Fare il Sindaco oggi è un compito ingrato quanto difficile. Rispetto al passato possono molto meno in quanto, Monti in poi, i comuni sono stati spogliati di risorse e competenze. Di sicuro possono fare molti danni, basta pensare a quegli sciagurati che a cuore leggero hanno deciso di accettare clandestini perditempo che nella migliore delle ipotesi peseranno sui bilanci dei comuni. Oppure a quelli che in cambio di una manciata di voti o per fare entrare qualche soldo nelle casse comunali consumano e deturpano il territorio.
Chi sceglierebbe come candidato sindaco in questi tre comuni. Si possono anche fare nomi.
Non spetta a me fare i nomi. Il sindaco di un comune importante come Darfo sono convinto debba essere espressione del mondo produttivo, non certo della politica politicante. Abbiamo tanto bisogno di idee nuove quanto di capacità e competenze per realizzarle.